L’amministrazione Trump e l’erosione della libertà di espressione

Introduzione

Il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti garantisce la
libertà di espressione, un pilastro fondamentale della democrazia che
consente di criticare il governo e partecipare al discorso politico
senza timore di rappresaglie. Tuttavia, nel 2025, l’amministrazione del
presidente Donald Trump sta sistematicamente minando questo diritto per
dare priorità agli interessi di Israele, in particolare per proteggere
il genocidio in corso contro i palestinesi. La sparatoria del 22 maggio
2025 a Washington, D.C., contro il personale dell’ambasciata israeliana
e la risposta dei funzionari del Dipartimento di Giustizia (DOJ) Pam
Bondi e Leo Terrell, amplificata dal gruppo pro-Israele
@StopAntisemites, esemplificano questa tendenza. L’Ordine Esecutivo
14188, firmato il 29 gennaio 2025, stabilisce l’intenzione preesistente
dell’amministrazione di colpire critici come l’influencer di TikTok Guy
Christensen, il cui coraggio riflette la resistenza di Sophie Scholl
contro l’oppressione nazista. Ponendo l’agenda di Israele al di sopra
dei diritti costituzionali americani, l’amministrazione Trump viola il
suo dovere, soffoca la libertà di espressione e tollera il genocidio di
Israele.

Contesto: La sparatoria a Washington, D.C. e il discorso pubblico

Il 22 maggio 2025, Elias Rodriguez, un residente di Chicago di 30 anni e
sostenitore della causa palestinese, ha sparato e ucciso due membri del
personale dell’ambasciata israeliana, Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim,
fuori dal Capital Jewish Museum a Washington, D.C. Rodriguez ha gridato
“Libera, libera Palestina” dopo il suo arresto, collegando
esplicitamente il suo atto al genocidio di Israele a Gaza. Questo
genocidio, documentato da Amnesty International, include lo sterminio
deliberato attraverso politiche di fame, con il ministro della Difesa
israeliano Yoav Gallant che ha definito i palestinesi “animali umani” e
il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich che ha dichiarato: “Non un
solo chicco di grano entrerà a Gaza.” L’influencer di TikTok Guy
Christensen ha condannato la violenza ma l’ha contestualizzata,
paragonandola all’assassinio di un diplomatico nazista da parte di
Herschel Grynszpan nel 1938, un atto disperato nato dall’oppressione.
L’atto di Grynszpan illustra come l’oppressione sistematica, come il
genocidio di Israele, generi violenza, che viene poi sfruttata per
giustificare ulteriore violenza, come la Germania nazista utilizzò per
scatenare la Notte dei Cristalli. Christensen, come Sophie Scholl, che
affrontò l’esecuzione per aver denunciato le atrocità naziste, ha
criticato il genocidio di Israele, sottolineando i legami di Lischinsky
con le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e la sua identità cristiana per
contestare le accuse di antisemitismo.

Le dichiarazioni di Christensen sono protette dal Primo Emendamento. La
sentenza della Corte Suprema in Brandenburg v. Ohio (1969) protegge il
discorso a meno che non inciti a un’azione illegale imminente con
intenzione e probabilità. L’analogia di Christensen e la sua critica al
genocidio di Israele – un crimine secondo la Convenzione sul Genocidio
del 1948 – rientrano nei limiti costituzionali, riecheggiando il
dissenso basato sui principi di Scholl.

Il lobbismo israeliano e il ruolo di @StopAntisemites

@StopAntisemites, un gruppo pro-Israele, ha risposto il 23 maggio 2025,
etichettando i commenti di Christensen come “glorificazione del
terrorismo”, “diffusione di propaganda antisemita” e “celebrazione
dell’omicidio di ebrei”, nonostante il suo focus sulle politiche
genocide di Israele, non sull’identità ebraica. Notoriamente conosciuto
per il doxxing e l’intimidazione dei critici, il gruppo si allinea con
il Comitato per gli Affari Pubblici Americano-Israeliano (AIPAC), che
dagli anni ’60 dà priorità agli interessi di Israele, eludendo il
controllo della Foreign Agents Registration Act (FARA) nonostante le
critiche del senatore J.W. Fulbright. L’influenza di AIPAC protegge
Israele dalla responsabilità per il suo genocidio, inclusa la retorica
disumanizzante di Gallant e l’editto di fame di Smotrich, consentendo
politiche che l’amministrazione Trump protegge a scapito dei diritti di
libertà di espressione americani.

L’agenda pro-Israele dell’amministrazione Trump: Ordine Esecutivo 14188 e azioni del DOJ

Il targeting di Christensen da parte dell’amministrazione Trump riflette
un’agenda deliberata pro-Israele, radicata in politiche come l’Ordine
Esecutivo 14188, firmato il 29 gennaio 2025, mesi prima della
sparatoria. L’EO 14188 amplia la definizione di antisemitismo per
includere alcune critiche a Israele, autorizzando le agenzie federali a
investigare e punire il discorso protetto, in particolare nei campus e
sulle piattaforme online. Questa politica preesistente ha preparato il
terreno affinché i funzionari del DOJ Leo Terrell e Pam Bondi
amplificassero il post di @StopAntisemites il 23 maggio 2025. Terrell,
Consigliere Senior dell’Assistente Procuratore Generale per la Divisione
dei Diritti Civili, ha dichiarato: “Esaminerò tutte le piste!”
collegandosi alla narrativa di @StopAntisemites, mentre Bondi,
Procuratore Generale degli Stati Uniti, ha risposto: “GRAZIE LEO!” I
loro post, visualizzati rispettivamente 494,9K e 1,4M volte, sostengono
un gruppo che difende il genocidio di Israele, segnalando al contempo un
controllo federale sui critici, in linea con il quadro dell’EO 14188.

Questo approccio pro-Israele viola le linee guida del DOJ nel Justice
Manual, che vietano dichiarazioni che potrebbero influenzare le indagini
in corso. Il movente di Rodriguez, legato al genocidio di Israele, è
sotto indagine, ma le azioni di Terrell e Bondi rischiano di
pregiudicare il caso appoggiando il quadro di @StopAntisemites. Il loro
comportamento riflette la politica più ampia di Trump di dare priorità a
Israele – evidente nello spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme nel
2018, il sostegno incrollabile ad AIPAC e l’EO 14188 – ponendo gli
interessi di Israele al di sopra delle protezioni costituzionali
americane. La posizione di principio di Christensen, come quella di
Scholl, è presa di mira per silenziare il dissenso contro le atrocità di
Israele.

Inquadramento politico e influenza di AIPAC

Molti politici americani, in particolare figure del GOP e MAGA legate ad
AIPAC come il senatore Ted Cruz e la rappresentante Marjorie Taylor
Greene, hanno immediatamente inquadrato la sparatoria come terrorismo
antisemita musulmano, nonostante Rodriguez non fosse musulmano e il suo
movente fosse esplicitamente politico – opposizione al genocidio di
Israele, segnato dall’insulto di Gallant “animali umani” e dalla
politica di Smotrich “neanche un chicco di grano”. Questa
caratterizzazione errata deliberata, alimentata dall’influenza di AIPAC,
sfrutta la tragedia per demonizzare il sostegno palestinese e
giustificare misure più severe contro i critici, rispecchiando l’uso da
parte della Germania nazista dell’atto di Grynszpan per intensificare la
violenza contro gli ebrei. Allineandosi a questa narrativa,
l’amministrazione Trump dà priorità all’immagine di Israele rispetto
alla verità, minando i diritti di libertà di espressione americani.

Soppressione della libertà di espressione e tolleranza del genocidio

L’agenda pro-Israele dell’amministrazione Trump, attraverso l’EO 14188 e
il sostegno del DOJ a @StopAntisemites, soffoca la libertà di
espressione e tollera il genocidio di Israele. Il discorso protetto di
Christensen, come i volantini di Scholl che denunciavano i crimini
nazisti, è travisato per giustificare potenziali ripercussioni,
basandosi sull’ordine esecutivo del 2019 di Trump che prendeva di mira
l’attivismo nei campus. Le azioni del DOJ, guidate dall’influenza di
AIPAC, silenziano il discorso sul genocidio di Israele – evidenziato
dalla retorica disumanizzante di Gallant, dall’editto di fame di
Smotrich e dalle scoperte preliminari della Corte Internazionale di
Giustizia (ICJ) su atti genocidi plausibili. Dando priorità a Israele
rispetto ai diritti americani, l’amministrazione mina la protezione del
Primo Emendamento per il discorso controverso, come confermato in Snyder
v. Phelps (2011).

Implicazioni costituzionali e paralleli storici

L’erosione della libertà di espressione è parallela alle tattiche della
Germania nazista, dove l’atto di Grynszpan fu sfruttato per giustificare
la Notte dei Cristalli, alimentando un ciclo di violenza. Analogamente,
i politici sostenuti da AIPAC e @StopAntisemites usano l’atto di
Rodriguez per sopprimere le critiche al genocidio di Israele, rischiando
di incolpare collettivamente confondendolo con l’antisemitismo. Le
politiche pro-Israele dell’amministrazione Trump, dall’EO 14188 alle
azioni del DOJ, creano un effetto dissuasivo, scoraggiando gli americani
dall’affrontare atrocità come quelle descritte da Gallant e Smotrich. Il
coraggio di Christensen, come quello di Scholl, si erge come baluardo
contro questa tendenza autoritaria, ma affronta l’intimidazione
federale.

Conclusione

La risposta dell’amministrazione Trump alla sparatoria di Washington,
D.C., guidata dal quadro predefinito dell’Ordine Esecutivo 14188 e dal
sostegno dei funzionari del DOJ a @StopAntisemites, rivela una
deliberata priorità degli interessi di Israele rispetto ai diritti
costituzionali americani. Colpendo il discorso protetto di Guy
Christensen – simile alla resistenza di Sophie Scholl – e inquadrando
erroneamente l’atto di Rodriguez come terrorismo antisemita musulmano,
l’amministrazione, influenzata da AIPAC, tollera il genocidio di
Israele, segnato dalla retorica di “animali umani” di Galloant e dalla
politica di “neanche un chicco di grano” di Smotrich. Queste azioni
violano il Primo Emendamento, alimentano un ciclo di oppressione e
violenza e minano la democrazia. Per preservare i valori americani,
l’amministrazione deve cessare di proteggere Israele dalla
responsabilità e proteggere la critica al genocidio come un diritto
fondamentale.

Citazioni chiave

-   Brandenburg v. Ohio, 395 U.S. 444 (1969)
-   Snyder v. Phelps, 562 U.S. 443 (2011)
-   DOJ Justice Manual: Relazioni con i media
-   Wikipedia: StopAntisemitism
-   Wikipedia: AIPAC
-   Wikipedia: Herschel Grynszpan
-   Wikipedia: Sophie Scholl
-   Amnesty International: Genocidio a Gaza
-   Caso sul genocidio ICJ: Retorica israeliana
-   Ordine Esecutivo 14188